Dimentica tutto quello che sai sulla commercializzazione online dell’abbigliamento

Aggiornato il 26 luglio 2018

È ora di dimenticare tutto quello che sapevi sulla commercializzazione di abbigliamento e di accessori online. La crescita degli acquisti omnichannel, particolarmente da parte dei millennial e della Generazione X, è solo uno dei tanti segni che indicano che il comportamento dei consumatori, riguardo l’ecommerce dell’abbigliamento, è cambiato in modo radicale. Fortunatamente questo cambiamento ha anche prodotto modalità nuove, e sempre più precise, di raccolta e di interpretazione di quei dati.

Il nostro ultimo report sui trend dell’abbigliamento, che abbina dati comportamentali interni a ricerche di mercato di fonti esterne come Marketwatch, IBM e la National Retail Federation, mostra che, con le giuste informazioni, mai come ora il momento è entusiasmante e innovativo per i retailer. Tra i risultati più interessanti vi sono i seguenti:

  • A differenza di altre categorie, quando si tratta di abbigliamento, oggi gli acquirenti online su dispositivi mobili tendono a spendere di più ($33.91), in media, di quello che spendono utilizzando un desktop ($30.08). (Durante i weekend di dicembre 2016, ad esempio, quasi un terzo di tutti gli acquisti online sono avvenuti su smartphone, il che indica maggiori comodità e accessibilità.)
  • Lo shopping del mondo reale ha ancora la stessa importanza di quello del mondo digitale. Infatti, il 67% della Generazione Z preferisce acquistare in negozio. Il 69% degli acquirenti Click and Collect degli USA, che costituivano un terzo di tutti gli acquirenti online degli USA, hanno effettuato acquisti impulsivi ritirando i prodotti in negozio; inoltre, sempre più retailer stanno optando per la possibilità di un’esposizione e per il click-and-ship come modalità per gestire meglio le scorte, ridurre il personale e accrescere la fedeltà della clientela.
  • Un’analisi del 2016 su 180 campagne all’interno della rete Criteo del retail ha mostrato che l’esposizione alla paid search ha avuto come risultato un aumento medio del 48% della quota di considerazione della categoria e un aumento medio del 43% della quota di vendita della categoria. Ma all’interno della sola categoria “Abbigliamento e accessori” gli aumenti medi erano persino più elevati, rispettivamente del 51% e del 47%.

Abbiamo anche scoperto una varietà di strategie temporanee, implementate recentemente dal settore dell’abbigliamento, per affrontare alcune delle sue maggiori sfide di ecommerce, tra cui:

  • Per ridurre i tassi di reso ancora elevati (intorno al 28%), i retailer online devono offrire visualizzazioni super dettagliate di 360° dell’abbigliamento, esplorare soluzioni software come ReadyReturns che automatizzano e semplificano il processo di reso dei retailer e offrono spedizione gratuita del reso per attirare quel 68% di acquirenti online che desiderano l’’opzione.
  • Per rispondere all’attesa crescente di forti sconti, i brand possono ora produrre inizialmente quantità più limitate, quindi agire in base alle informazioni disponibili sulle vendite, gestendo i volumi per evitare che troppi prodotti finiscano nell’angolo degli sconti.

Per altre preziosissime informazioni, tra cui dati notevoli sulle vacanze del 2016, modalità concrete per misurare l’effetto alone del brand e modi innovativi adottati attualmente dai retailer utilizzando gli ultimi ritrovati tecnologici per creare fedeltà al brand, leggi il report completo qui.

Per ricevere le tue offerte omnichannel in atto riguardo all’abbigliamento, contatta il tuo Account Strategist Criteo o inviaci una email all’indirizzo info@criteo.com.